43 research outputs found

    A scoping review on the approaches for cannulation of reno-visceral target vessels during complex endovascular aortic repair

    Get PDF
    OBJECTIVES: The aim of this study was to assess the approaches to reno-visceral target vessels (TVs) cannulation during branched-fenestrated endovascular aortic repair, determine the evidence base that links these approaches to clinical outcomes and identify literature gaps. METHODS: A scoping review following the PRISMA Protocols Extension for Scoping Reviews was performed. Available full-text studies published in English (PubMed, Cochrane and EMBASE databases; last queried, 31 June 2022) were systematically reviewed and analysed. Data were reported as descriptive narrative or tables, without any statistical analysis nor quality assessment. RESULTS: Fourteen retrospective articles were included. Seven articles studied the use of upper extremity access (UEA) during branched-fenestrated endovascular aortic repair, 3 studied the use of steerable sheaths and 4 included both approaches. A left UEA was used in 757 patients (technical success: 99%, stroke rate: 1-3%) and a right UEA in 215 patients (technical success: 92-98%, stroke rate: 0-13%). Seven studies (1066 patients) described a surgical access only (technical success: 80-99%, stroke rate: 0-13%), while 3 studies (146 patients) described a percutaneous access only (technical success: 83-90%, stroke rate: 3%) and lastly 4 studies compared UEA versus use of steerable sheaths from the transfemoral approach (TFA) (UEA: 563 patients, technical success: 95-98%, stroke rate: 1-8%; TFA: 209 patients, technical success: 98-100%, stroke rate: 0-1%). CONCLUSIONS: Both UEA and TFA as cannulation approaches were associated with high technical success and low perioperative complications. Currently, there is a paucity of high-quality data to provide definitive indication. Optimal UEA in terms of side (left versus right) and approach (surgical versus percutaneous) needs further study

    ESPERIENZA DI MONITORAGGIO MEDIANTE LASER SCANNER NELL’ISOLA DI VULCANO: RILIEVO MULTI TEMPORALE DELLA FORGIA VECCHIA

    Get PDF
    Il presente lavoro è stato realizzato con l’obiettivo di divulgare le conoscenze acquisite nell’ambito del monitoraggio delle aree vulcaniche attive italiane mediante sistemi laser scanner terrestri. Le sezioni INGV di Bologna, Roma, Napoli e Catania hanno lavorato congiuntamente sin dal 2007 per sperimentare queste strumentazioni e valutarne l’efficacia per lo studio delle variazioni superficiali in aree spesso caratterizzate da materiali a bassa riflettività e quindi non facili da rilevare. I primi esperimenti sono stati realizzati sul Vesuvio nel 2007 e la ripetizione delle misure ha permesso di ottenere una serie temporale di modelli digitali (DSM) che, analizzati e confrontati, hanno permesso di mappare i crolli di porzioni delle pareti vulcaniche, misurare con precisione le variazioni dei volumi in gioco e di ideare (work in progress) un sistema speditivo per riconoscere le frane attive ed eseguire in tempo reale il rilievo delle zone di interesse. Nonostante l’esperienza vesuviana sia l’unica, per la ricchezza del data-base utilizzato, che al momento ha portato alla produzione di vari lavori scientifici [Pesci et al., 2007; Pesci et al., 2008ab; Pesci et al., 2009; Pesci et al., 2011a], è importante sottolineare che moltissime esperienze sono state fatte in questo senso, in tutte le aree vulcaniche di interesse. Sebbene i dati acquisiti non siano ancora sufficienti per realizzare un lavoro completo, hanno permesso di ampliare la conoscenza sulla metodologia e strumentazione utilizzate, sulle caratteristiche morfologiche delle aree osservate e sulle criticità del rilievo in ambiente vulcanico. Con questo rapporto tecnico si vuole illustrare l’applicazione del sistema laser scanner per il rilievo del fianco settentrionale del cono della Fossa di Vulcano e i risultati preliminari. La Fossa è un piccolo edificio vulcanico formatosi in seguito a numerose eruzioni che hanno prodotto un cono di materiale piroclastico (cenere, tufi e lapilli) negli ultimi 6000 anni [Keller, 1980; De Astis et al., 2006]. Sebbene la maggior parte delle eruzioni sono avvenute nella parte centrale del cono, alcune hanno interessato il suo fianco settentrionale, formando una sorta di cratere eccentrico, chiamato “La Forgia Vecchia” che crea una forte depressione morfologica su quel versante. L’intero cono della Fossa è soggetto a un’intensa erosione e alterazione provocata dalla circolazione di fluidi idrotermali. Già in passato il fianco settentrionale del cono vulcanico è stato interessato da fenomeni di dissesto con una frana che, nel 1988, ha riversato in mare circa 2.105 m3 di roccia nella zona antistante al porto di Levante provocando anche un piccolo tsunami [Barberi et al., 1994; Tinti et al., 1999]. L’area sovrastante la Forgia Vecchia è affetta da un’evidente instabilità gravitativa, aggravata dalla presenza dello stesso cratere eccentrico che ne accentua la ripida morfologia e dalla presenza di un importante campo di fumarole che riscalda e altera i corpi rocciosi. Già all’inizio degli anni ’90 un forte incremento delle temperature e dell’intensità di emissione delle fumarole fu accompagnato da una significativa deformazione dell’intero versante sovrastante la Forgia Vecchia, con l’apertura di crack distensivi sul bordo craterico settentrionale, a corona del versante in movimento. Tale deformazione è fortemente correlata con l’andamento delle temperature alle fumarole, ed è stata interpretata come parzialmente dovuta all’espansione termoelastica del corpo roccioso che ha a sua volta aggravato l’incipiente instabilità del versante, innescando un ulteriore movimento verso valle [Bonaccorso et al., 2010].Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)Published1.3. TTC - Sorveglianza geodetica delle aree vulcaniche attiverestricte

    Global positioning system survey data for active seismic and volcanic areas of eastern Sicily, 1994 to 2013

    Get PDF
    This work presents and describes a 20-year long database of GPS data collected by geodetic surveys over the seismically and volcanically active eastern Sicily, for a total of more than 6300 measurements. Raw data were initially collected from the various archives at the Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Catania-Osservatorio Etneo and organized in a single repository. Here, quality and completeness checks were performed, while all necessary supplementary information were searched, collected, validated and organized together with the relevant data. Once all data and information collections were completed, raw binary data were converted into the universal ASCII RINEX format; all data are provided in this format with the necessary information for precise processing. In order to make the data archive readily consultable, we developed software allowing the user to easily search and obtain the needed data by simple alphanumeric and geographic queries.The work of S. Fagone and C. Giardina was supported by the Servizio Civile Nazionale ‘Terra in movimento: monitoraggio geodetico delle aree a rischio vulcanico e sismico della Sicilia’ 2012/2013 Project.PublishedID 1600621IT. Reti di monitoraggio e OsservazioniJCR Journalope

    LA PRIMA ESPERIENZA LASER SCANNER PER IL RILIEVO DEL CRATERE DELL’ISOLA DI VULCANO: LA CREAZIONE DEL MODELLO A SCALA VARIABILE PER INTEGRAZIONE CON RILIEVI AEROFOTOGRAMMETRICI

    Get PDF
    Il laser scanner, o laser a scansione terrestre (TLS), è uno strumento di rilievo non distruttivo che permette di misurare una grande quantità di punti (milioni) distribuiti sulle superfici fisiche osservate. Per ogni punto si ottengono le coordinate geometriche cartesiane x, y e z e un valore d’intensità, generalmente fornito nell’intervallo [0, 255], cioè nella scala di grigi. L’intensità è una variabile strettamente correlata alla rugosità dei materiali e alle condizioni di umidità al momento del rilievo e, in certi casi, fornisce indicazioni sullo stato di alterazione delle superfici [Pesci e al., 2007; Franceschi et al., 2009]. Il risultato di una singola scansione, cioè la nuvola di punti, è quindi composto dall’insieme delle coordinate e delle intensità (x, y, z, I) di tutti i punti misurati nello stesso sistema di riferimento. I sistemi laser a scansione terrestre (TLS) sono ormai largamente diffusi ed utilizzati nelle più diverse applicazioni. Essi vengono impiegati per rilievi sia ambientali, (per esempio in aree di dissesto idrogeologico o in aree vulcaniche e montane), che architettonici, principalmente in ambiente urbano, e sono ancora molti altri i campi di applicazione. Per esempio: nel rilievo del territorio, grazie alla rapida acquisizione di una elevata quantità punti, è facile la creazione di sezioni, curve di livello e volumetrie; in ambito geologico, anche nelle zone inaccessibili, il sistema permette di definire dei precisi modelli di riferimento (DEM) per lo studio della stabilità dei versanti ed il monitoraggio dei fenomeni di dissesto [Pesci et al., 2011a]; in architettura, grazie all’alta risoluzione ed alla possibilità di integrare l’informazione TLS all’informazione ottenuta dalle immagini digitali (RGB) di fotocamere calibrate è possibile ottenere modelli molto accurati e dettagli morfologici per il restauro, la progettazione, etc..(vedi per esempio: www.centrorestaurovenaria.it). In particolare, è possibile associare ad ogni punto sia il valore di intensità nella scala di grigi, sia il contenuto di colore dell’immagine acquisita (RGB) ed utilizzare una informazione più completa per lo studio della superficie in esame [Pesci et al., 2010]. Il laser scanner ILRIS-ER, che è la versione più potente del modello ILRIS-3D (www.optech.ca) ha delle precise specifiche tecniche fornite nelle brouchure ufficiali (Fig.1) della casa madre Optech (inc), ma riassumendo al massimo si isolano 3 parametri fondamentali: portata, divergenza e passo di campionamento.Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (ING)Published1.3. TTC - Sorveglianza geodetica delle aree vulcaniche attiveope

    Peri-Operative Management of Patients Undergoing Fenestrated-Branched Endovascular Repair for Juxtarenal, Pararenal and Thoracoabdominal Aortic Aneurysms: Preventing, Recognizing and Treating Complications to Improve Clinical Outcomes

    Get PDF
    The advent and refinement of complex endovascular techniques in the last two decades has revolutionized the field of vascular surgery. This has allowed an effective minimally invasive treatment of extensive disease involving the pararenal and the thoracoabdominal aorta. Fenestrated-branched EVAR (F/BEVAR) now represents a feasible technical solution to address these complex diseases, moving the proximal sealing zone above the renal-visceral vessels take-off and preserving their patency. The aim of this paper was to provide a narrative review on the peri-operative management of patients undergoing F/BEVAR procedures for juxtarenal abdominal aortic aneurysm (JAAA), pararenal abdominal aortic aneurysm (PRAA) or thoracoabdominal aortic aneurism (TAAA). It will focus on how to prevent, diagnose, and manage the complications ensuing from these complex interventions, in order to improve clinical outcomes. Indeed, F/BEVAR remains a technically, physiologically, and mentally demanding procedure. Intraoperative adverse events often require prolonged or additional procedures and complications may significantly impact a patient’s quality of life, health status, and overall cost of care. The presence of standardized preoperative, perioperative, and postoperative pathways of care, together with surgeons and teams with significant experience in aortic surgery, should be considered as crucial points to improve clinical outcomes. Aggressive prevention, prompt diagnosis and timely rescue of any major adverse events following the procedure remain paramount clinical needs

    Monitoraggio geodetico delle deformazioni del suolo in area sismogenetica: la rete GPS dello Stretto di Messina

    Get PDF
    Il terremoto del 1908 che ha distrutto le città di Reggio Calabria e Messina costituisce il primo esempio in cui, attraverso l’utilizzo di dati geodetici, è stato possibile ricostruire il campo di deformazione verticale collegato al catastrofico evento. In questo lavoro vengono riassunti i principali risultati della ricerca incentrata sulla caratterizzazione cinematica dell’area dello Stretto di Messina e vengono presentati i primi risultati della rete misurata con modalità GPS nel corso del 2001 e del 2003 nella stessa area. Questi risultati confermano l’importanza dell’approfondimento delle attività di monitoraggio geodetico tra il complesso peloritano calabro e quello siciliano, anche allo scopo di chiarire le numerose ambiguità riscontrate, in questi anni, nella definizione delle strutture che hanno originato il terremoto del 1908.Published1-18ope

    Interaction Coverage Meets Path Coverage by SMT Constraint Solving

    Full text link
    Abstract. We present a novel approach for generating interaction combinations based on SMT constraint resolution. Our approach can generate maximal inter-action coverage in the presence of general constraints as supported by the un-derlying solver. It supports seeding with general predicates, which allows us to combine it with path exploration such that both interaction and path coverage goals can be met. Our approach is motivated by the application to behavioral model-based testing in the Spec Explorer tool, where parameter combinations must be generated such that all path conditions of a model action have at least one combination which enables the path. It is applied in a large-scale project for model-based quality assurance of interoperability documentation at Microsoft.

    The state of research into children with cancer across Europe : new policies for a new decade

    Get PDF
    Overcoming childhood cancers is critically dependent on the state of research. Understanding how, with whom and what the research community is doing with childhood cancers is essential for ensuring the evidence-based policies at national and European level to support children, their families and researchers. As part of the European Union funded EUROCANCERCOMS project to study and integrate cancer communications across Europe, we have carried out new research into the state of research in childhood cancers. We are very grateful for all the support we have received from colleagues in the European paediatric oncology community, and in particular from Edel Fitzgerald and Samira Essiaf from the SIOP Europe office. This report and the evidence-based policies that arise from it come at a important junction for Europe and its Member States. They provide a timely reminder that research into childhood cancers is critical and needs sustainable long-term support.peer-reviewe

    Twelve-month observational study of children with cancer in 41 countries during the COVID-19 pandemic

    Get PDF
    Introduction Childhood cancer is a leading cause of death. It is unclear whether the COVID-19 pandemic has impacted childhood cancer mortality. In this study, we aimed to establish all-cause mortality rates for childhood cancers during the COVID-19 pandemic and determine the factors associated with mortality. Methods Prospective cohort study in 109 institutions in 41 countries. Inclusion criteria: children <18 years who were newly diagnosed with or undergoing active treatment for acute lymphoblastic leukaemia, non-Hodgkin's lymphoma, Hodgkin lymphoma, retinoblastoma, Wilms tumour, glioma, osteosarcoma, Ewing sarcoma, rhabdomyosarcoma, medulloblastoma and neuroblastoma. Of 2327 cases, 2118 patients were included in the study. The primary outcome measure was all-cause mortality at 30 days, 90 days and 12 months. Results All-cause mortality was 3.4% (n=71/2084) at 30-day follow-up, 5.7% (n=113/1969) at 90-day follow-up and 13.0% (n=206/1581) at 12-month follow-up. The median time from diagnosis to multidisciplinary team (MDT) plan was longest in low-income countries (7 days, IQR 3-11). Multivariable analysis revealed several factors associated with 12-month mortality, including low-income (OR 6.99 (95% CI 2.49 to 19.68); p<0.001), lower middle income (OR 3.32 (95% CI 1.96 to 5.61); p<0.001) and upper middle income (OR 3.49 (95% CI 2.02 to 6.03); p<0.001) country status and chemotherapy (OR 0.55 (95% CI 0.36 to 0.86); p=0.008) and immunotherapy (OR 0.27 (95% CI 0.08 to 0.91); p=0.035) within 30 days from MDT plan. Multivariable analysis revealed laboratory-confirmed SARS-CoV-2 infection (OR 5.33 (95% CI 1.19 to 23.84); p=0.029) was associated with 30-day mortality. Conclusions Children with cancer are more likely to die within 30 days if infected with SARS-CoV-2. However, timely treatment reduced odds of death. This report provides crucial information to balance the benefits of providing anticancer therapy against the risks of SARS-CoV-2 infection in children with cancer
    corecore